Ottima iniziativa dell’ASCIA (Associazione per la Sensibilizzazione sulla Canapa Autoprodotta in Italia), provocatoria e pregna di spirito critico sulla tragica situazione dei nostrani consumatori di sostanze. Nel testo si fa riferimento a una non supposta discriminazione delle libertà individuali cui fa seguito una condanna penale ingiustificata per coloro i quali decidono di autoprodurre cannabis anziché rivolgersi al mercato illegale. Va ribadito come l’attuale governo – partorito quale misura tecnica per occupare il posto lasciato vacante dai partiti istituzionali – non voglia farsi carico non solo di una necessaria revisione del testo unico e delle leggi ad esso correlate (test su strada e nei luoghi di lavoro), ma neppure apre la strada ad una discussione sui reali effetti generati. L’impianto legislativo diventa uno degli strumenti responsabili della massimizzazione dei danni al consumatore così come delle ricadute negative che gli operatori impegnati nel campo della prevenzione e della cura sperimentano quotidianamente. La criminalizzazione dei consumatori rafforza la demonizzazione in atto sull’ impiego delle politiche di riduzione del danno quale paradigma di contrasto ad abusi e dipendenze; le uniche che possono vantare una comprovata efficacia, contrapposta ai continui fallimenti raccolti con l’adozione di politiche ispirate dalla “war on drug”. Eppure, noto lo stretto legame tra fattori economici (debito) e politiche, per quanto l’azione di distruzione del welfare non sia stata iniziata dall’attuale governo, certamente viene continuata e inasprita attraverso i tagli proposti nelle manovre finanziarie. Tale assunto non permette di scrollarsi di dosso responsabilità certe. Se il Min. Riccardi, in spregio all’attuale normativa che prevede l’istituzione della triennale conferenza nazionale sulle droghe dimostra in tal modo di venir meno ai propri doveri, ben vengano tutte quelle iniziative “dal basso” volte a denunciare la negazione dei diritti civili e delle libertà individuali, non solo dei consumatori di sostanze ma di tutta la collettività.
Comunicato Stampa Ascia
(Associazione per la Sensibilizzazione sulla Canapa Autoprodotta in Italia)
RICHIESTA DI ASILO (O DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE)
A CAUSA DELLA FINI-GIOVANARDI
A causa della legge 49/06 (Fini-Giovanardi), milioni di cittadini italiani vivono a rischio “criminalizzazione”, nonostante che le qualità civiche, lavorative e familiari siano impeccabili per la maggior parte di essi.
La suddetta legge prevede una condanna dai 6 ai 20 anni di reclusione anche per la coltivazione di una sola pianta di cannabis contemplando la “presunzione di reato di spaccio”, un reato a cui la stragrande maggioranza dei consumatori e coltivatori in proprio è assolutamente estranea.
In conseguenza allo stato di repressione in atto in Italia contro una categoria di cittadini assolutamente pacifici e responsabili, in nome e per conto dei propri soci, la scrivente Associazione ha inoltrato in data odierna una “richiesta di asilo” alle ambasciate di Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Olanda, Austria e Belgio, a quei Paesi quindi, che pur essendo membri della UE e obbligati a osservare le direttive internazionali, hanno adottato nei confronti dei consumatori di cannabis, un atteggiamento civico e norme legislative tolleranti e responsabili.
Come specificato anche nel documento che Vi alleghiamo, la richiesta è stata presentata a difesa delle libertà individuali, della dignità e del diritto alle libere scelte, per tutti quei cittadini italiani che a causa di abitudini non convenzionalmente riconosciute, ma altrettanto innocue per la collettività, vivono in un inutile ed ingiustificato rischio di carcerazione.
Associazione per la Sensibilizzazione sulla Canapa Autoprodotta in Italia
Spett.le
Ambasciata della Repubblica Ceca
Via dei Gracchi, 322
00192 RomaOggetto: Richiesta informazioni per concessione asilo
Egregio Sig. Ambasciatore,
la scrivente associazione ha ricevuto decine di richieste di informazioni, dai propri associati, per conoscere la prassi burocratica tramite la quale ottenere la concessione di asilo presso la Vostra Nazione.
La suddetta richiesta è diventata una vera e propria esigenza a causa del sistema giuridico italiano che punisce con la pena della reclusione da 6 a 20 anni chi coltiva anche una sola pianta di cannabis.PREMESSO CHE:
1- la legalizzazione è un sistema che permette l’uso e il consumo di sostanze stupefacenti, per la popolazione adulta, sotto la regolamentazione di un governo;
2- benché non esista una forma universale di legalizzazione, esistono a livello europeo normative nazionali più sensibili alla detenzione/utilizzo di stupefacenti per uso personale;
3- la Repubblica Ceca non prevede nessuna pena per chiunque detenga sostanza stupefacente nell’ordine di 15 grammi di cannabis e 5 grammi di hashish;
4- nella Repubblica Ceca è tollerata la coltivazione di massimo cinque piante di cannabis;
5- in Italia, a seguito delle modifiche legislative introdotte dalla Legge n. 49/2006, non vi è più alcuna distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti;
6- il 2 giugno 2011 un importante rapporto della Commissione Globale sulle Droghe ha messo in evidenza il totale fallimento della “guerra alle droghe”, basata sulla criminalizzazione del suo consumo e ha invitato i governi ad iniziare un processo di legalizzazione per contrastare al meglio le mafie internazionali;
7- dal 2008 al 2011, in media, il 14,3% della popolazione italiana compresa fra i 15 e i 64 anni ha dichiarato di aver fatto uso di cannabis (una popolazione di circa 2 milioni 700 mila italiani);
8- l’Italia resta, ad oggi, l’unico Stato europeo che equipara tutti i tipi di droghe non distinguendo tra le droghe leggere e quelle pesanti, sottolineando come le istituzioni difettino di preparazione tecnica sul punto;
9- ai sensi dell’art. 43 della Carta Costituzionale della Repubblica Federale Ceca, il Vostro Stato “assicura l’asilo agli stranieri perseguitati per l’esercizio dei diritti e delle libertà civili e politiche”
TUTTO CIO’ CONSIDERATO:
avanziamo richiesta di informazioni per la concessione di asilo all’Ill.ma S.V. per la difesa e la tutela della libertà personale e della dignità del cittadino italiano, messe a rischio quotidianamente dal sistema giuridico italiano che, ripetiamo, perseguita con la pena della reclusione da 6 a 20 anni chi coltiva e detiene sostanza stupefacente anche di poco superiore agli stringenti limiti stabiliti dalla Legge italiana e che, ad oggi, non risultano più conformi a molte altre legislazioni europee.
Le chiediamo quindi la cortesia di concederci un appuntamento per poterLe meglio illustrare i vari aspetti della problematica.
In attesa di un Suo gentile riscontro, inviamo distinti saluti
ASCIA