Giovanardi dà i numeri: un milione di consumatori di droghe in meno in due anni!

E’ uscita la relazione al Parlamento sulle droghe 2011. Dati incredibili! Secondo la stima biennale effettuata dal Dpa il numero dei consumatori di sostanze passerebbe dai 3.934.450 del 2008 ai 2.924.500 del 2010 con un calo pari a 1.009.950. In due anni, cioè, le persone che hanno smesso e quelle che non hanno neppure iniziato a consumare droghe sarebbero oltre un milione. Davvero miracoloso!

Il dato viene ricavato da una indagine effettuata nel 2010 su 12.323 soggetti dai 15 ai 64 anni, cui si aggiunge un’ulteriore  ricerca del 2011 su un campione di 32.389 ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 19 anni che rispetto ai dati del 2010 relativi alla stessa fascia d’età mostrano un nuovo calo seppur meno consistente e che interessa il consumo di tutte le sostanze non legali.

In breve, considerando 100 consumatori per ogni sostanza nel 2008, due anni dopo se ne contano 36 in meno per eroina, ben 57 in meno per cocaina (più che dimezzati! Infatti se ne produce e vende meno, no?), 64 in meno per cannabis (ma dai …), addirittura 70 per anfetamine, metamfetamine ed ecstasy e 66 per allucinogeni (ketamina se ne consuma poca in effetti…).

“Tutti gli indicatori della Relazione – chiarisce il guru del Dpa – registrano un calo. Se lo scorso anno avevamo mille persone che si avvicinavano alla droga e quest’anno 750, vuol dire che ci sono 250 consumatori occasionali in meno o che non hanno iniziato, o che hanno smesso di drogarsi. Oltre ai sondaggi e alle statistiche ci sono anche i risultati delle analisi delle acque reflue: quando l’Istituto Mario Negri rileva un meno 40% di cocaina, il dato è quello e i dati sulla presenza di droghe nelle acque reflue sono oggettivi e scientifici”. Ci piacerebbe, infatti, che le analisi continuassero a farle solo sulle acque; purtroppo la realtà comporta una continua ingerenza sulle condotte private, assolutamente non operata ai fini del miglioramento della salute dei cittadini e sempre più strumento di controllo sociale.

Per Giovanardi i giovani “hanno smesso di usare droga perché siamo andati nelle scuole a mostrare i buchi nel cervello provocati dalla cannabis e ora conoscono cosa rischiano: ritiro della patente, sequestro del veicolo e così via”. Poi a Cnr-media sulle motivazioni del calo dei consumi: “per mille ragioni. O perché sono stati convinti a scuola, o perché si sono impressionati per il caso Marrazzo, o perché non avevano i soldi, oppure perché vivono in un clima culturale diverso”.
Sul carcere: “I consumatori arrestati sono una balla”, peccato che confonda il 3,9% in meno del totale degli ingressi in carcere rispetto al 2010 col  numero di persone ristrette con problemi socio-sanitari droga correlati. Tale dato, rispetto al picco massimo registrato nel 2008 è sceso del 4,7% ma analizzando la serie storica 2001-2011, riportata nella relazione, il trend è sostanzialmente stabile eccetto che per il valore minimo riferito all’anno dell’indulto e appunto quello massimo del 2008.

Ancora, la chicca sull’inversione dell’onere della prova: “La legge stabilisce che la persona trovata con quantità superiori, se dimostra che l’uso era personale non viene condannata. […] Se una persona mi dimostra che sta partendo un mese per una baita in montagna e si porta le sigarette per l’intera permanenza, non viene accusato di contrabbando”. Peccato che una recente sentenza della Corte di Cassazione addebiti l’onere della prova all’accusa e non alla difesa. Infine, nella relazione si rileva un aumento dei ricoveri, più 40% quelli per cannabis. Giovanardi chiarisce il concetto: “Gente che sta male per uno spinello e finisce in ospedale”.

Insomma, che lagna!

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